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Il sistema giuridico italiano, forse più di altri - non soltanto europei -, ha preso di petto la degradazione del lavoro, di qualsiasi lavoro e nei confronti di qualsiasi lavoratore (cittadino o straniero, regolare o irregolare), considerandola reato. Un delitto inedito, sia per il suo oggetto sia per il modo con cui è costruito: cioè richiamando la parola antica dello sfruttamento, ma senza definirne il contenuto, piuttosto descrivendolo in relazione a realtà di contesto, il cui significato sia quello di indiziarlo. Con un approccio accompagnato dalla consapevolezza che il diritto penale rischia non soltanto di metter mano su singoli soggetti «devianti» ma di affacciarsi sull'organizzazione produttiva e distributiva della modernità, il libro intende agevolare la comprensione del reato di sfruttamento del lavoro quale particolare, limitato ma indispensabile strumento: dei suoi fondamenti, dei suoi meccanismi, dei suoi limiti.